Dal nostro vecchio "Museo degli orrori"
Anni fa avevamo già cominciato a raccogliere materiale
cartaceo interessante, a scopo prevalentemente
didattico: volevamo infatti utilizzarlo come "esempi da
evitare".
Da questa vasta raccolta traiamo solo questa pagina,
perché ci pare molto istruttiva. Si tratta di alcune
frasi prese da una tesina preparata per un Corso Abilitante
Ordinario, nella classe di Fisica, nel 1976. Gli autori sono tre
(allora erano di moda i lavori di gruppo!)
abilitandi, laureati in ingegneria, e il titolo della
tesina è: Problemi di statica. Per espressa
dichiarazione degli autori la tesina è rivolta agli
studenti degli Istituti Tecnici e "ricerca un criterio
diverso di presentare alcune parti della fisica al fine di
stimolare l'interessamento dell'allievo".
Riportiamo integralmente alcune parti.
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Definizione di forza: Uno dei primi concetti che dobbiamo
illustrare e di cui dobbiamo dare una chiara definizione di
carattere generale è quello di forza. E' facile
osservare che esso trova immediato riscontro nella
realtà quotidiana, tanto è vero che sia
l'uomo della strada ed il fisico (studioso) esprimono lo
stesso concetto con le stesse parole.
Quasi tutti sono a conoscenza di che cosa si debba intendere
per forza; la folla incita il corridore al grido di
"forza Tizio, forza Caio" espressione che sta ad
indicare lo "sforzo" che il ciclista deve fare per
poter prevalere sugli altri e vincere la tappa. Quante volte
poi si sente dire la frase "mi mancano le forze"
volendo indicare con ciò la mancanza di un qualche
cosa necessario per superare eventuali ostacoli o compiere un
determinato lavoro.
Con questi semplici esempi si è potuto constatare che
in ogni istante si può constatare l'esistenza del
concetto di forza.
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Il corpo appeso alla molla, come abbiamo visto, la deforma
verso il basso; allora si può dire che le forze che
tendono verso terra si chiamano forze peso per cui si dice
che il corpo pesa.
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Vediamo ora come è possibile sommare più forze,
i loro effetti ed il loro punto di applicazione.
Per semplicità supponiamo di applicarle prima al
punto materiale di peso trascurabile in modo che esso non
possa influire sulle altre forze....Vediamo ora di spiegare
più dettagliatamente. Se ad un punto di peso non
trascurabile applichiamo due forze, nella risultante
interverrà anche il peso del corpo, per cui le forze
in gioco non sono due ma tre.
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Equilibrio dei corpi rigidi ... Il primo problema che sorge
è la determinazione della risultante di forze
applicate al corpo che nella generalità dei casi
più ampia non hanno l'origine in comune.
Ricordando la possibilità di spostare una forza lungo
la propria retta di azione si può risolvere
agevolmente il problema: si fanno scorrere le forze
F1 e
F2 fino a far coincidere il loro
punto di applicazione, indi si applica la regola del
parallelogrammo per la ricerca della risultante
R che a sua volta seguirà uno
spostamento fino a determinare il vero punto di applicazione
O ubicato sulla congiungente A con B.
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... Abbiamo visto che ad un insieme di più forze
possiamo sostituire la loro risultante senza che nulla cambi;
se tale risultante risulta diversa da zero il corpo si
muoverà nella direzione e verso di tale risultante con
velocità ad esso proporzionale.
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... I possibili moti di un corpo rigido sono due: traslazione
e rotazione.
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... Si parlerà allora di corpi vincolati; vale la pena
far notare che tutti i corpi esistenti sulla terra sono
vincolati rispetto alla forza di gravità terrestre
anche se in teoria si prescinde da tale vincolo...
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...(l'equilibrio) sarà invece instabile quando il
corpo, allontanato di poco dalla sua posizione di equilibrio,
cade.
-
E' evidente che l'attrito si manifesta soltanto con
il moto cessando con l'estinguersi di quest'ultimo.
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Chicca finale: La tesina di statica si conclude con
una trattazione della resistenza del mezzo!.
No comment!!
copyright 2000 et seq. maddalena falanga & luciano battaia
pagina pubblicata il 12/12/2001 - ultimo aggiornamento il
01/09/2003