Riprendiamo in esame il quadrato di lato 1 che abbiamo già considerato nella introduzione della autosimilarità. Poiché il quadrato è un sottoinsieme del piano, lo rappresentiamo in un piano, che supponiamo di avere quadrettato con quadrati di lato s. Ci proponiamo di contare, al variare di s, il numero N(s) di quadretti occupati, magari parzialmente, dal nostro quadrato. Per rendere più semplice il calcolo consideriamo quadrettature di dimensione 1/2, 1/4, 1/8, ecc.; piazziamo inoltre il nostro quadrato in modo che non ci siano quadretti parzialmente occupati. E' chiaro che, in perfetta analogia con quello che abbiamo ottenuto nel caso dell'autosimilarità , potremo costruire la seguente tabella:
s | N(s) |
In sostanza N(s)=s-2. Da qui
possiamo concludere che la dimensione topologica del
quadrato (cioè 2), si può ottenere con
la stessa formula trovata nel caso
dell'autosimilarità:
![]() |
1/2 | 4 | |
1/4 | 16 | |
1/8 | 64 | |
s | s-2 |
Consideriamo ora un triangolo, isoscele e di lato 1 per semplicità, e applichiamo lo stesso procedimento.
La tabella che che si costruisce ora è la seguente:
s | N(s) |
Se calcoliamo il rapporto di prima,
![]() ![]() |
1/2 | 3 | |
1/4 | 10 | |
1/8 | 36 | |
s | (s+1)/(2s2) |
Chi ha problemi con il calcolo dei limiti può trovare un calcolo approssimato, con il foglio elettronico.
La cosa comincia a piacerci: forse questo è un modo
alternativo per definire la dimensione di un oggetto. Proviamo
ad applicarla al nostro, ormai famoso, insieme di Cantor
C. In questo caso, invece di quadratini potremo usare
segmenti, in quanto il nostro insieme sta sulla retta. La stessa
costruzione dell'insieme di Cantor rende immediato il
calcolo. Possiamo partire con un fattore di scala 1/3 e
l'insieme sarà contenuto in 2 segmenti; se passiamo
ad un fattore 1/9, l'insieme sarà contenuto in 4
segmenti. In generale, con un fattore di scala di
1/3n, l'insieme sarà contenuto in
2n segmenti. Si trova immediatamente che è costante, come nel caso del quadrato,
per cui non c'è nemmeno bisogno di fare un limite:
, esattamente come con
l'autosimilarità.
Osserviamo che la tecnica descritta negli esempi di sopra non richiede che la figura considerata sia autosimile, e può venire facilmente applicata a figure anche molto complesse, in particolare con l'uso di strumenti automatici di calcolo.
Riesaminando la formula ottenuta nei casi considerati possiamo osservare che se rappresentiamo in un sistema cartesiano logN sull'asse delle ordinate e logs sull'asse delle ascisse, il valoreNella figura qui sotto sono rappresentati il grafico in questione per il caso del triangolo e, per confronto, il grafico della retta y=-2x. Si può vedere che, a parte il tratto iniziale, all'infinito i due grafici sono praticamente identici e la pendenza tende a -2, come calcolato sopra.
Si può ora dare la seguente definizione:
Data
una figura nello spazio si considera una suddivisione dello
spazio ambiente in cubi (eventualmente quadrati o segmenti se la
figura appartiene ad un piano o ad una retta) di lato s
e si calcola il numero N(s) di cubi anche parzialmente
occupati dalla figura. Si chiama dimensione, basata sul box counting, (box
counting dimension) la pendenza limite del grafico di
logN rispetto a logs, quando s tende
a zero e quindi logs tende a meno infinito.
(Naturalmente nel caso che una tal pendenza limite
esista!).
Si tratta di un metodo alternativo per introdurre un concetto di dimensione per gli oggetti, metodo che si può applicare a qualsiasi oggetto. Per gli oggetti autosimili fornisce lo stesso valore della dimensione basata sull'autosimilarità. Anche a questa dimensione si dà il nome di dimensione frattale, e per essa si possono ripetere le considerazioni già fatta nel caso dell'autosimilarità .
C'è però un problema. Consideriamo per esempio
l'insieme dei razionali contenuti tra zero ed 1 e proviamo
ad applicare questo metodo. Se consideriamo suddivisioni del
segmento [0,1] in segmenti di ampiezza s, l'insieme
in questione si troverà sparso in tutti gli 1/s
segmenti ottenuti, in quanto i razionali sono densi nei reali.
Allora N=1/s. Ma da questo segue che =1: decisamente troppo, per quello che cerchiamo, per un
insieme così povero di punti come l'insieme dei
razionali compresi tra zero ed uno. In termini più
tecnici, seppure ancora abbastanza intuitivi, si può dire
che questo sistema per calcolare la dimensione frattale di un
oggetto è troppo sensibile alla presenza di punti di
accumulazione e quindi fornisce spesso dimensioni troppo grandi.
Nonostante questa, e altre, difficoltà questo concetto di dimensione è molto utilizzato, in quanto consente facili calcoli rigorosi in molte situazioni e accurate stime numeriche in altre, principalmente utilizzando la rappresentazione cartesiana che consente di estrapolare il valore della pendenza richiesta anche con un numero non grande di misure. La sua introduzione risale agli anni intorno al 1920.